In base al grado di perdita uditiva, parliamo di:
- lieve: 20-40 dB HL;
- media: 40-70 dB HL;
- grave: 70-90 dB HL;
- profonda
In base all’epoca di insorgenza, parliamo di:
- sordità prelinguali: con insorgenza entro l’anno di età;
- sordità perilinguali: tra un anno e i tre anni;
- sordità postlinguali: oltre i tre anni.
Per le sordità perinatali le cause perinatali più importanti sono l’ipossia e l’ittero
Per le sordità postnatali parliamo di cause infettive, traumatiche e tossiche
TIMING OTTIMALE DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO
SCREENING AUDIOLOGICO NEONATALE: alla nascita
VALUTAZIONE AUDIOLOGICA E DIAGNOSI DI IPOACUSIA: entro i 3 mesi
PRIMA PROTESIZZAZIONE E INIZIO LOGOPEDIA: entro i 6 mesi
PROTESIZZAZIONE OTTIMALE: entro gli 8-12 mesi
IMPIANTO COCLEARE(quando c’è l’indicazione): 12-18 mesi(valutazione del beneficio protesico dopo un periodo di 6-12 mesi di protesizzazione e riabilitazione acustica).
Sviluppo cognitivo
in un bambino UDENTE:
- Il b. udente già a 18 mesi produce parole
- Dopo i 18 mesi inizia a svilupparsi l’intelligenza rappresentativa
- Concettualizza pensieri e contenuti astratti
nel bambino SORDO: la mancanza di esperienze precoci di apprendimento del linguaggio consentono lo sviluppo dell’intelligenza concreta ma implicano una forte difficoltà nello sviluppo dell’intelligenza rappresentativa, quindi della capacità di astrazione e di simbolizzazione.
Terapia
I presupposti per raggiungere l’integrazione sono riassumibili in questi punti:
- precocità della diagnosi di sordità;
- precocità e correttezza della protesizzazione e adattamento protesico o impianto cocleare;
- precocità dell’ allenamento acustico e del trattamento logopedico per la stimolazione del linguaggio non verbale e verbale;
- Counseling familiare, ossia presa in carico della famiglia
Screening audiologico
L’esame viene effettuato da personale specializzato con un piccolo apparecchio; è un test rapido (dura qualche minuto per ogni orecchio), non doloroso ne’ fastidioso, che si esegue infilando un morbido tappino nel condotto uditivo esterno e registrando con questo la risposta della coclea a piccoli suoni ad essa inviati (otoemissioni evocate).
Se c’è la risposta della coclea, vuol dire che il neonato non ha una perdita uditiva significativa. Si rivaluterà nel tempo, valutando lo sviluppo uditivo e del linguaggio.
Se la risposta non è presente, questo non indica necessariamente un deficit uditivo; sarà però proposto ai genitori di portare il bambino ad un successivo controllo audiologico in cui con altri esami, entro i primi mesi, si può realizzare una diagnosi precisa.
Intervento LOGOPEDICO
Si pongono l’obiettivo di insegnare al bambino sordo, il più precocemente possibile (idealmente tra la nascita e i primi tre anni di vita), a usare la lingua ordinaria parlata e scritta nella comunità di udenti in cui vive.
Esclusione di qualunque lingua dei segni
Allenamento acustico = sfruttare il residuo uditivo
Potenziamento della lettura labiale
Metodi oralisti danno molta importanza:
- alle protesi acustiche;
- al ruolo della famiglia e in particolare, della madre nel processo di educazione del bambino sordo al linguaggio verbale parlato e scritto;
- alla necessità che il bambino sordo frequenti esclusivamente gli udenti, a scuola come in famiglia e in altri contesti.
Il bambino viene avviato precocemente:
- alla lettura, quando è in grado di leggere alcune sillabe si passa alla comprensione di parole e poi di semplici frasi;
- alla scrittura, che ha un ruolo fondamentale nel metodo orale.
Verso i cinque anni s’inizia a far scrivere le vocali, i dittonghi, le consonanti fino alle parole.
Allenamento acustico
È uno degli aspetti fondamentali della terapia logopedica; avviene a bocca schermata. Ha lo scopo di introdurre il bambino ipoacusico nel mondo dei suoni e di interessarlo ad essi, di insegnargli a differenziarne le caratteristiche quantitative e qualitative. Deve essere iniziato precocemente e praticato dal logopedista e dai genitori
L’allenamento acustico praticato in studio dal logopedista consiste nel far ascoltare al bambino il suono di vari strumenti (campanellino, xilofono, tamburello, tromba, fischietti, giocattoli sonori, ecc..), guidandolo alla detezione del suono (ovvero la risposta cognitiva alla presentazione di uno stimolo sensoriale che definisce la percezione da parte del soggetto alla distinzione tra presenza Gli esercizi vengono eseguiti prima tenendo il bambino di fronte, • poi fuori dal suo campo visivo, • infine si daranno al bambino dei semplici comandi (alla percezione del suono il bambino deve eseguire una certa operazione, ad esempio buttare una palla nel cesto e assenza di suono);
Dopo di che si passerà alla fase di discriminazione del suono (si faranno ascoltare due suoni ed egli dovrà dire se sono uguali o diversi tra loro), • fino a che il bambino, attento al mondo sonoro che lo circonda, sarà in grado di localizzare la sorgente sonora ed imparerà a identificare e a riconoscere i suoni degli strumenti, la voce della logopedista e quella della mamma, i vari rumori intorno a lui, le prime semplici parole.
Diventa indispensabile una adeguata educazione respiratoria, che educhi il bambino all’utilizzo del diaframma. L’educazione respiratoria precede, in logopedia, gli esercizi di preparazione per l’impostazione dei fonemi e per l’impostazione dei medesimi.
Si esegue facendo appoggiare la mano del bambino sul proprio diaframma, in movimento, stimolandolo a ripeterlo volontariamente, insegnandogli a controllare il respiro, facendo trattenere ed emettere l’aria in tempi corti e lunghi. • Dopodiché si cercherà di portare il bambino all’emissione vocale per mezzo di esercizi di soffio (facendogli gonfiare un palloncino, soffiare su una piuma o un pezzo di carta, soffiare nella tromba, ecc..) e facendogli sentire il suo ventre.
Sviluppo delle abilità comunicative Fasi dell’insegnamento: • Abbinamento parole-oggetti/figure • Associazioni e classificazioni degli oggetti in base a forma e colore • Introduzione a parole relative a categorie semantiche (verbi, mestieri…) • Strutturazione delle prime frasi • Ampliamento delle strutture frasali • Stimolazione della conversazione attraverso domande sull’ambiente e sulla vita familiare
Lettura labiale La comprensione si ha non solo con l’informazione uditiva, ma grazie all’integrazione con elementi extralinguistici come la lettura labiale La lettura labiale aiuta solo se si conosce il significato della parola, noi capiamo ciò che conosciamo: non riusciamo a leggere sulle labbra nulla di una lingua a noi sconosciuta.
Educazione bilingue
Si educano i bambini non udenti sia all’uso della Lingua Italiana dei Segni (LIS), sia a quello dell’italiano vocale parlato e scritto.
Il bambino viene esposto alla lingua vocale e alla lingua dei segni in contesti separati o da due fonti diverse. Si permette ai bambini di raggiungere uno sviluppo cognitivo normale perché li si addestra entro i tre anni di vita a usare la lingua dei segni, che è una lingua a tutti gli effetti, e nello stesso tempo si permette loro di acquisire gradualmente l’italiano parlato e scritto, ovviamente in tempi più lunghi di quelli necessari ai bambini udenti.
La lingua dei segni (L1) permette al bambino sordo di sviluppare in modo spontaneo, “ecologico”, il linguaggio e il pensiero, mentre la lingua parlata gli consente di interagire con gli udenti della comunità nella quale vive. • L’apprendimento della lingua seconda (L2), ossia l’italiano, nel caso del bambino sordo, supportato dalla lingua dei segni, favorisce anche maggiori sicurezze sul piano psicologico. «il bilinguismo è la sola via che conduce il bambino sordo allo sviluppo armonioso della sua parola»
Ci sono notevoli differenze a seconda che un bambino sordo nasca da genitori sordi o da genitori udenti per quanto riguarda la scelta del metodo educativo e riabilitativo. • Un bambino sordo figlio di sordi imparerà la lingua dei segni come lingua madre e successivamente la lingua italiana attraverso sedute logopedistiche e a scuola ; sarà così bilingue. Acquisirà le regole grammaticali e morfo- sintattiche della LIS e contemporaneamente , in contesti diversi , quelle dell’ Italiano . • Un sordo figlio di udenti sarà più facilmente orientato dalla famiglia verso un metodo orale.
COSA FARE?
Interventi in rete (famiglia, ASL, altri servizi…) • Intervento nel contesto scolastico fin dall’asilo nido e continuativamente sino all’Università – Utilizzazione delle nuove figure professionali previste dalla L. 104/92 (educatore sordo, assistente alla comunicazione, interprete Problema della loro formazione specialististica) – Inserimento di più alunni sordi in una stessa classe e/o creazione di scuole-polo (soprattutto per i piccoli centri) – Insegnamento della LS come L2 per gli alunni udenti
Assistente alla comunicazione • E’ un udente che conosce bene la LIS (ha seguito un corso di almeno 900 ore) • Facilita e supporta la comprensione di quanto richiesto dalla scuola attraverso l’uso della lingua dei segni • Ha come destinatari prevalentemente gli alunni sordi • Si fa promotore dei bisogni dell’alunno sordo all’interno del sistema scolastico insieme all’insegnante di sostegno
Educatore sordo E’ un sordo segnante con un’ottima competenza in LIS ed una buona competenza in Italiano orale e scritto • Permette all’alunno sordo di imparare la LIS (è un modello linguistico) e favorisce la costruzione di una identità positiva. • Facilita e supporta la comprensione di quanto richiesto dalla scuola • Ha come destinatari gli alunni sordi e, a seconda dei progetti della scuola, anche i loro genitori, gli alunni udenti, gli insegnanti • Si fa promotore dei bisogni dell’alunno sordo all’interno del sistema scolastico insieme all’insegnante di sostegno. • Si fa promotore della cultura e della lingua dei sordi all’interno del sistema scolastico
Regole di comportamento Una persona sorda si affida alla stimolazione visiva• Catturare l’attenzione del sordo entrando nel suo campo visivo; agitando una mano; dandogli un colpetto sulla spalla, accendendo e spegnendo la luce. UNA VOLTA STABILITO IL CONTATTO VISIVO: • La faccia di chi parla deve essere illuminata, la luce non deve abbagliare il sordo e devono essere evitate visioni controluce; • Non camminare o girare durante la spiegazione; • Parlare lentamente può facilitare la comprensione; • Non parlare a un volume più alto perché la bocca viene deformata; • Usare una gestualità naturale per enfatizzare il parlato
STRUTTURA LINGUISTICA DEL MESSAGGIO • frasi brevi; • frasi semplici e lineari con un soggetto (meglio se esplicito), un verbo e qualche complemento, possibilmente in quest’ordine e non separati da incisi; • Specificare sempre il soggetto della frase. • Evitare le forme arcaiche e le frasi fatte ( es , “a monte”, “a 360 gradi”…); • Evitare gli anglismi, preferire le parole italiane equivalenti; • Privilegiare la forma attiva dei verbi a quella passiva; • Preferire la forma affermativa delle frasi a quella negativa e in particolare evitare la doppia negazione; • Preferire, quando possibile, modi e tempi verbali semplici; • Preferire le parole concrete a quelle astratte
Ricordare che…. •Se un bambino non è in grado di parlare non significa che non ha nulla da dire… •…L’abilità di farsi capire e di capire del bambino sordo è direttamente proporzionale all’abilità e alla volontà che i suoi interlocutori udenti hanno di comunicare con lui”. G.Gitti 2008
Protesizzazione